CALASCIONE
Casamassima – Puglia
STORIA DELLA MASCHERA
Non avendo ancora una maschera tipica che rappresentasse Casamassima e la Pentolaccia Casamassimese (Sfilata di carri allegorici, gruppi mascherati e apertura grande Pentolaccia nella 1a Domenica Quaresima, seguendo il rito ambrosiano), nel 1997 il Comune di Casamassima indisse un concorso presso le scuole in collaborazione con la Pro Loco Casamassima e il Centro Culturale Il Sipario: “Una maschera dalla tradizione per Casamassima”. Tra gli 800 disegni pervenuti una giuria di esperti riunitasi in comune decretò vincitore il disegno di Angelo Borreggine della 1a Media Dante Alighieri, con Calasciòne, termine dialettale per indicare un personaggio fiacco, dinoccolato e panciuto assimilato allo strumento a corde colasciòne, molto diffuso nel Regno di Napoli nei secoli che vanno dal XV al XVIII, ma che si riferisce anche al personaggio Don Calasciòne protagonista dell’opera buffa “La finta cameriera” (1738), il lavoro operistico più noto del musicista di origine casamassimese Gaetano Latilla, vissuto a Napoli nel ‘700, ottenendo grandi successi. La similitudine con queste due figure, come tutte le maschere che si rifanno alla Commedia dell’Arte tendono a mettere in risalto in maniera burlesca alcuni aspetti negativi locali, è dovuta alla caratterizzazione amplificata di un certo tipo di casamassimese un po’ pigro e indolente, spesso privo di spirito di iniziativa e che sta alla finestra a guardare e giudicare demandando ad altri il da farsi, difatti in dialetto casamassimese a tale comportamento si dice “è nu calasciòne”, ma al tempo stesso allegro e canterino lasciandosi andare a declamare rime in vernacolo in specie indirizzate alla sua bella, e amante delle tradizioni e buon cibo.
DESCRIZIONE DELLA MASCHERA
Calasciòne si presenta con un aspetto simile all’antico strumento musicale colasciòne. Pantaloni e casacca sono rossi in tessuto di maglina, una grande pettorina in panno lenci raffigura appunto lo strumento a corde con la cassa nera con foro centrale dal contorno arancione e decorata da piccole sfere variopinte, il manico lungo, le corde sottili sovrapposte da pizzicare in cordoncino nero. La casacca è provvista di un collettone formato da grandi petali ornati. In testa porta un cappello-berretto in tessuto floscio a righe verdi e arancioni con pon pon in lana in uno dei due colori. Come ogni maschera che tende a nascondere il carattere locale per prenderlo in giro, porta una mascherina nera che copre parte del viso, lasciandosi così andare a rime e sberleffi giocosi, ispirandosi alle maschere della Commedia dell’Arte sia nel costume che nei modi, anche se nata in tempi più recenti. Calasciòne diventa simbolo della tradizione carnascialesca casamassimese, accompagna la grande Pentolaccia durante la sfilata di carri allegorici e gruppi mascherati, oltre a interpretare scenette, partecipare ai veglioni per grandi e per i piccini, e seguire i turisti con le sue rime durante le visite guidate nel Borgo Antico di Casamassima (Paese Azzurro).
Persona autorizzata ad indossare la Maschera:
Antonio Pastore
Maschera riconosciuta da:
Comune Casamassima – Regione Puglia – Pro Loco Casamassima