Conosci la maschera

  • Home
  • La Sciammerga di Mesto Natale

La Sciammerga di Mesto Natale

La Sciammerga di Mesto Natale

Anagrafica

    Classificazione: Maschera storica
    Periodo storico: 1900
    Regione: Puglia
    Associazione: Sartoria Degli Artisti (Work in Progress aps)

LA SCIAMMERGA DI MESTO NATALE

Castellana Grotte – Puglia

STORIA DELLA MASCHERA 

Narrava un antico sonetto che la città di Castellana sarebbe divenuta famosa per le tre antichità’: L’Olmo di Porta Grande, la Grave e la Sciammerga di Mesto Natale.
Mesto Natale è un personaggio rappresentativo di chi è emigrato all’estero e non ha avuto fortuna.
Per chi non lo sapesse, negli anni 1871 – 1920 iniziò l’emigrazione, silenziosa e pacifica per tanta miseria, contro lo sfruttamento dei padroni dello stato del Nord, con il sogno di un destino migliore, oltre due milioni di italiani partirono emigranti per gli Stati Uniti e il Canada.
“C’era una volta a Castellana un tipo che si chiamava Mesto Natale, magro e lungo come una lisca, reggeva a stento sul collo un testone grande e grosso.”
Alla fine del XIX secolo, poteva avere circa 40 anni, Mesto Natale fu uno dei primi castellanesi ad emigrare.
“Come e dove trovò il denaro per il viaggio, non lo seppe mai dire nessuno. Sta di fatto che un giorno, triste e abbuiato, Mesto Natale salutò la famiglia; in due capaci fazzoletti da spesa, mise quanto gli serviva per l’estero; s’arrotolò un vecchio sacco di erba che, pieno con paglia, diventava letto, a chi andava via dalla casa; e partì per l’America immensa, a cercare la capricciosa Fortuna.
Passarono alcuni anni e all’ improvviso, in un mattino d’aprile, chi si rivide nel nostro paese? Mesto Natale! Si proprio lui, in carne e ossa. (Veramente più ossa che carne, che non doveva aver mangiato chissà da quando).
Sbucò di dentro il suo modesto sottano con sulla zucca un cilindro assai liso, che a malapena si teneva alla falda.
Un bastoncino che, si capiva benissimo, portava al braccio soltanto per vista.
Barba e mostacchi impomatati a dovere.
Ma l’elemento che stupì tutti quanti e li lasciò a boccaperta per molto era-indovina? Una sciammerga.
Pensate un po’ che pugno negli occhi fu la sciammerga indosso a un artiere!
Non che fosse nuova di zecca, né tagliata proprio a misura (Mesto Natale ci si sperdeva un po’ dentro, di spalle; e gli era corta, corta senz’altro, con mezze braccia che restavano fuori), ma era pur sempre una vera sciammerga e di rinomato tessuto made in England.” (…)
“Nella cantina a sentir dire lui era arrivato allo YOWA (badate bene che si legge: all’ Aiuei – oh, gran magia della fonetica yankee!): “Li, i Pellirosse, – diceva Mesto Natale, erano ancora di casa e bottega e li vedevi in giro a cavallo col torso nudo e con le penne ai capelli.”
“Li, c’era gente di tutte le razze: bianchi, neri, gialli e anche verdi, (che sarebbero stati un incrocio di cinesi e miticci di là!)” – come pure si vantava il buon uomo, che a ogni pasto, mangiava pernici e aragoste! D’allora in poi, quella sciammerga, Mesto Natale non la smise più mai.
Di venne parte del suo stesso corpo, seconda pelle, specie quando fra essa e quella vera non si ebbe più traccia né di giacca, né di gilè, né di camicia, né di maglia, né di altro.
D’estate e d’inverno, col solleone la pioggia la neve, Mesto Natale, quando fu visto, fu visto sempre e soltanto in sciammerga.
Probabilmente, anche in sciammerga andava a letto ché del pigiama s’ignorava anche il nome e la camicia da notte era prerogativa e cilizio dei benestanti soltanto!
Mesto Natale, la sua sciammerga con ambigua fierezza la portava, come il re l’ermellino, come la donna il prezioso visone, come il pavone la ruota stupenda.
Allora diventò proverbio la Sciammerga di Mesto Natale, si stabilì e si affidò per la storia, in un sonetto, che tre erano le ANTICHITA’ che dovevan dar fortuna a Castellana: L’Olmo di Porta Grande, la Grave e la Sciammerga di Mesto Natale.
L’Olmo, è da collegarsi alla presunta venuta a Castellana di Federico II e la sua sosta d’una notte, sotto l’Olmo di Porta Grande, ormai inesistente.
La Grave, unica caverna delle Grotte ad essere già conosciuta perché comunicante con l’esterno, in cui si discese circa mezzo secolo dopo, rivelò le Grotte più belle del mondo; e quella fama offuscò a ben ragione gli altri due termini del detto paesano.

E per finire l’istoria toccante e verisimile della Sciammerga e di Mesto Natale, aggiungeremo che, all’estremo momento in cui il nostro uomo s’accomiatava dal mondo, l’aveva ancora indosso, irriconoscibile ormai, quella sciammerga!
Mesto Natale chiamò alcuni nipoti, che alcune volte s’occupavan di lui, e, sospirando, disse queste parole: “Figli miei. Nulla tengo nulla vi lascio. Questa mia antica sciammerga è invecchiata con me. Non me la togliete di dosso.
Fatemi andare dal Padreterno in sciammerga. Farò la mia bella figura anche là, in Paradiso. Addio! Addio!” Cosi morì Mesto Natale. Così si portò nella fossa la vecchia sciammerga.
In un carnevale di alcuni anni dopo, le fecero persino la mascherata solenne, alla sciammerga indimenticabile, trasferita ormai nella gloria della leggenda.”

Dal libro “Nuove leggende castellanesi”

DESCRIZIONE DELLA MASCHERA 

Da noi si diceva, alla carlona, sciammerga in realtà si chiama “sciammeria” era un capo di lusso, in varie sfumature di colori dell’epoca, usato nelle grandi occasioni, quando c’era uno sposalizio di classe, quando s’andava al Petruzzelli per l’opera, quando si dava un ricevimento solenne. Ancora oggi viene usato come abito da cerimonia, corredato con un cilindro e un bastone.

Persona autorizzata ad indossare la Maschera:

Cazzolla Giuseppe ioPino

Maschera riconosciuta da:

Comune Castellana Grotte

La maschera oggi..

La Sciammerga di Mesto Natale

TORNA ALLE SCHEDE INVENTARIO MASCHERE