MARCANTONIO CARLAVÈE
Varallo – Vercelli
Marcantonio Carlavèe è la maschera di Varallo (VC). Per la precisione Marcantonio è il Re dei Dughi, dei Falchetti e dei Mecchi, ovvero gli abitanti di Varallo e delle sue zone. Marcantonio rappresenta il Carnevale di Varallo, che inizia il 6 gennaio, giorno in cui, dopo una sfilata, viene condotta al rogo la Veggia Pasquetta, sua madre, per “nefandezze inenarrabili” come recita l’editto.
Nel suo Regno Marcantonio è affiancato dalla consorte, la sua amata Cecca, che viene interpretata a scelta e con cadenza annuale, tra le ragazze di Varallo. L’identità della Cecca viene mantenuta segreta fino al suo svelamento al pubblico, tramite prima un ballo e poi una giornata a lei dedicata, in favore di grandi e piccini. La corte reale è formata inoltre dal Gran Ciambellano, dal Capo delle Guardie, Guardie, Damigelle, Dignitari ed il frate confessore, che perdona tutte le marachelle di Marcantonio.
Durante il suo Regno Marcantonio sfila per Varallo, insieme ai suoi rioni ed alle maschere ospiti nella Carnevalàa n’tla Stràa, festeggia insieme alla popolazione a suon di balli, ritrovi, visite, ma senza dimenticare l’aspetto solidale nell’incontrare i suoi sudditi più anziani e quelli più bisognosi. Marcantonio dedica ai bambini molti momenti, soprattutto negli ambienti scolastici: per una giornata diventa “insegnante di Carnevale” all’interno della scuola primaria, per tramandare lo spirito carnevalesco e spiegare ai più piccoli le tradizioni. La Giobiaccia è la giornata nella quale Marcantonio condivide l’intera mattinata contemporaneamente con tutti i bambini di Varallo. Nel pomeriggio invece distribuisce la Canzun d’la Giobiaccia, riprendendo una tradizione nata nel 1866.
Marcantonio prosegue il suo Regno con la storica “Passeggiata della Legna” nella vicina Crevola, andando a ritirare, in corteo con tanto di banda e popolazione, la legna necessaria per cuocere la Paniccia del giorno successivo, senza dimenticare la distribuzione a tutti i bambini della “Micca n’sucraa”. La sera del lunedi grasso organizza un ballo in maschera, il più antico della Valsesia, il “Bal d’la Lum” ed il giorno dopo, alle 06.00 accende i fuochi della Paniccia, il minestrone la cui storia si perde nella notte dei tempi e che assapora l’aspetto caritatevole e solidale che il Carnevale di Varallo rappresenta, essendo distribuita alla popolazione di Varallo nel giorno del Martedi Grasso. Il giorno successivo, il mercoledi delle ceneri, Marcantonio viene processato all’interno del locale teatro satirico varallino e condotto al rogo, terminando così il suo regno ed il periodo di Carnevale di Varallo.
DESCRIZIONE DELLA MASCHERA
Marcantonio indossa una parrucca settecentesca, con tanto di boccoli laterali e codino sul retro. L’abito di Marcantonio è costituito da una giacca rossa, un papillon verde ed un gilet con i bottoni verdi, che riprende la divisa dei cuochi della Paniccia. I pantaloni sono verdi ed arrivano sotto il ginocchio, da cui partono le inconfondibili calze a righe orizzontali rosse e bianche. Nelle uscite Marcantonio indossa sempre il suo mantello bianco ed il suo insostituibile e sempre presente cilindro rosso, che sventola sovente in aria in segno di allegria e saluto alla popolazione. Completa la divisa la storica bandoliera, le cui effige rappresentano quelle della famiglia dei D’Adda, nobile famiglia varallina.
Persona autorizzata ad indossare la Maschera:
Giovanni Nettis