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Principe Reboano

Principe Reboano

Anagrafica

    Classificazione: Maschera storica
    Periodo storico: 1100 - 1200
    Regione: Veneto
    Associazione: COMITATO RIONALE DEI FILIPPINI

PRINCIPE REBOANO
Rione dei Filippini – Verona

STORIA DELLA MASCHERA 

Il Comitato Rionale dei Filippini si è costituito nel 1951 su iniziativa di alcuni residenti con lo scopo di sollevare il morale degli abitanti del Rione dopo i disagi e le batoste della guerra.
Il quartiere, infatti, fu ripetutamente bombardato, interi fabbricati furono rasi al suolo e semidistrutte le chiese.
Le attività, esercitate in stretta collaborazione con la parrocchia, tenevano tutte conto della situazione sociale precaria del dopoguerra. Così, anche la maschera rionale diventò lo strumento per esercitare attività di animazione e ripristino della vita sociale.
La prima iniziativa di tipo aggregativo e comunitario fu quella di partecipare assieme ad altri rioni al carnevale del febbraio 1952.
Il popolare rione volle innestarsi nel Carnevale veronese con una propria manifestazione e volle scendere molto indietro nel tempo, scegliendosi a titolare Reboano dalle Carceri.
Siamo a cavallo dei secoli XI e XII in un periodo in cui la lotta delle fazioni è più che mai aspra e cruenta. La famiglia dalle Carceri era fra le più cospicue di Verona e sembra che, dapprima invece di parteggiare per l’una o per l’altra fazione, facesse opera di moderazione e concordia.
Lo strano nome deriva evidentemente dalla contrada di S. Marco alle Carceri dove Reboano avrebbe avuto dimora.
Successivamente però i dalle Carceri furono travolti dalle passioni di parte, accomunandosi con i Sambonifacio contro i Monticoli, con la conseguenza di vedersi distrutte le case nel 1205, e di vedersi in gran parte proscritti nel 1207.
Nella famiglia dalle Carceri emerse Reboano che il Dalla Corte descrive “onorato cittadino e cavaliere del quale era fatto gran conto, ancorchè nelle sedizioni passate, come quello che era splendido e generoso, avesse consumato quasi tutto il suo, ed in povertà si fosse redutto”.
Reboano, per tentare di risollevare le sorti della famiglia, si aggregò alla IV Crociata e partecipò alla conquista di Negroponte (l’isola di Eubea). Con gli amici Gilberto e Pegoraro de Pegorari occupo l’isola e ne divenne “terziere”, cioè signore della terza parte con il consenso di Venezia.
Questo personaggio avventuroso ed intraprendente era la figura adatta a rappresentare i sentimenti popolari del Rione dei Filippini negli anni ’50.
Era il “Principe della Concordia del quartier Maggiore di Verona”, il “Signore della Marca Gioiosa”,”Domino di Euripo (città dell’Eubea)”, il “Primo terziere di Negroponte”, ed il “Sire dell’Adige”.
Ne venne immaginato il ritorno fluviale a Verona sulla nave “Marangona”, con magnifico seguito, enormi ricchezze, e rinnovato proposito di beneficenza, generosità e concordia; dopo il trionfo veneziano, quello veronese, al Ponte delle Navi, attraccando alla Dogana.
Ogni anno il Comitato Rionale dei Filippini, rinnova la tradizione delle elezioni per la designazione del Principe Reboano, terza maschera per importanza storica del Carnevale Veronese. Le elezioni vengono effettuate in due fasi: una popolare in piazza, la mattina dove tutta la popolazione veronese può esprimere la propria preferenza votando uno dei candidati; l’altra, alla sera, al Teatro Filippini, dove alla presenza della “Quarantia” del Rione, cioè dei maggiorenti del quartiere, eletti dalla popolazione filippinata, tre avvocati di gran nome, con eclatanti accuse, arringhe di ogni genere ed accorate difese, istruiranno il “Processo ai Candidati”.
A conclusione delle arringhe la Quarantia pronuncia il verdetto ed insedia il nuovo Principe Reboano.
In occasione poi, del Sabato Filippinato, giorno in cui si festeggia la nostra maschera rionale, viene rinnovato il rito dell’arrivo del Principe a Verona con lo sbarco sull’Adige, dove ad attenderlo vi sono tutte le maschere veronesi.

DESCRIZIONE DELLA MASCHERA 

I costumi sono del 1100/ 1200 ai tempi dei crociati, rivisti negli anni, in epoca di pace, in chiave più moderna.Originariamente il costume aveva le seguenti caratteristiche: pantaloni sotto al ginocchio e corpetto a quadrotti a colori bianco e rosso; cappello a tre punte con la piuma come usava in quei tempi e alla cinta uno strofinaccio detto “borass”, a simboleggiare lo status di servo.

Nel 1948, la figura dello Dsèvod, viene riproposta alla cittadinanza. Le cambiano il costume. I quadrettoni bianchi e rossi vengono sostituiti dai colori giallo e blu del Comune di Parma; viene sostituito il “borass” con un fazzoletto di seta, il cappello non è più marrone ma è diventato giallo, le punte sono state attorcigliate in modo di farlo assomigliare all’anolino (piatto tipico di Parma). La piuma è rimasta. E’ stato abbinato al costume un cestino di violette di Parma, in onore di Maria Luigia. La figura del servo viene mantenuta, ma intesa come servo delle autorità cittadine: Sindaco, Vescovo, Prefetto, ecc.

Persona autorizzata ad indossare la Maschera:

Ogni anno cambia

 

La maschera oggi..

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